*Abdelmjid El Farji Photo: Magid
Sono
fiero di far un piccolo gesto che può essere utile nel futuro; di fare il mio
dovere per accrescere il dialogo nella città di Torino tra i musulmani e le
altre comunità, attualmente attraverso l’arte e il giornalismo!
Sono stato, 4
anni fa, tra i fondatori dell’evento
IFTAR, cioè interruzione del digiuno, che si tiene a Torino da via Saluzzo 19
fino a largo Saluzzo.
La prima edizione
è avvenuta il 20 luglio 2014. E’ un’iniziativa molto bella, l’ho vissuta dagli
albori con Ibrahim (appartenente all'Associazione Azeytouna), eclettico
personaggio tunisino, che ha condiviso con me, un martedi dopo la preghiera di
Assr, l’idea dell’Iftar di Ramadan in strada;
idea che mi è piaciuta tanto. Ricordo che lui mi ha chiesto di occuparmi della
parte artistica dell’evento: la locandina, il video sul Ramadan e la
programmazione della serata, mentre ha chiesto al nostro amico somalo Abdullah
la parte organizzativa, e il nostro amico tunisino Ayman la coordinazione
logistica con la moschea Omar ibn al-Khattab; il nostro amico mentre Youssef si
sarebbe occupato della presentazione della serata.
Photo: Magid
La seconda edizione è passata
sotto il nome della “Tavola della fratellanza” e la terza sotto il nome di
“Iftar Street”con grande successo e riportata anche sulla Tv di Al Jazzera.
Malgrado gli inciampi
organizzativi, che abbiamo fatto tutti insieme nelle precedenti edizioni, il
risultato è stato sempre buono; ci avviciniamo a conoscere l’altro
vicendevolmente: il risultato è che
l’evento si fa adesso a Torino, in
attesa che questa buona pratica si estenda in tutta l’Italia. Stiamo creando
tutti insieme musulmani e non musulmani torinesi il modello, la storia!
Quest’anno tutte le moschee hanno
organizzato l’Iftar all’aperto per tutti i cittadini l’11 giugno sotto il nome
di “Moschee aperte”, l’iniziativa è partita dagli uffici della Città di Torino,
con la collaborazione del coordinamento delle moschee di Torino, e questo mi è
piaciuto particolarmente, perché ha incarnato un sogno mio e di Abdullah dello scorso anno;
cioè di condividere l’iniziativa dell’Iftar di Ramadan con tutte le moschee.
Photo: Magid
Quest’anno ho messo molto
entusiasmo nel ripetere l’esperienza nello stesso quartiere, San Salvario, e dare un mano a livello artistico (servizio
visivo) a una moschea piccola come dimensione dei locali, sita in via Baretti,
31, che è stata invece grande al livello del dialogo, che ha saputo creare tra
musulmani e non musulmani.. e tra le frasi che mi ritornano in mente, per
esempio: “è interessante far capire l’interpretazione che hanno fatto altre
persone sul corano”, mi ha attirato poi un commento di una Italiano/a, pubblicata su Facebook da un amico moderatore
dell’evento nella moschea di Assalam a Porta Palazzo “ " Grazie! Ora Allahu Akbar non mi fa più
paura!".
Invece io dico
" Grazie a tutti! Grazie alle moschee! Grazie Torino! Grazie al Comune, che ha fatto un buon
lavoro di riconoscere e far conoscere alla cittadinanza torinese la cultura
musulmana, che rispetta le altre culture e che può fornire una ricchezza alla
città. Sono fiero che una parte della
mia identità si stia ispirando alla vita torinese, sono fiero di far parte
dell’identità di questo territorio colorato e multietnico di Torino…
Photo: Magid
L’opportunità del dialogo nell’ambiente della
moschea, dopo i fatti di piazza San Carlo, dove sono successi disordini con
migliaia di feriti per l’allarmismo causato dalla psicosi del terrorismo, ti fa
sentire che Torino è forte con i suoi colori, la sua capacità di parlare, sentire, leggere: l’unica
soluzione per integrarsi, accettarsi e
amarsi è la conoscenza. L’ignoranza è il vero nemico!
" Grazie
Torino! Ora il futuro non mi fa più paura!".
Amoooooo Torino.
* Documentarista
e giornalista (Marocco)